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sabato 25 giugno 2016

Utopia - The Network is watching

Buon afosissimo pomeriggio a tutti!

[Volevo cominciare il post di oggi con una piccola comunicazione di servizio: recentemente ho creato un account Google esclusivamente per questo blog, da poter collegare; tuttavia, avendo contemporaneamente cancellato quello precedente, non ho calcolato che questo avrebbe portato via con sé tutte le immagini presenti. Ora, sto cercando di sistemare alla meglio quelle più importanti, ma appena avrò un attimo in più di tempo mi occuperò sicuramente di tutto il resto.]

Detto questo, passiamo al topic del post - una serie tv di cui avevo voglia di parlare da moltissimo tempo: Utopia. Per chi non la conoscesse, si tratta di una serie TV firmata Channel 4, creata da Dennis Kelly e andata in onda sul piccolo schermo dal 15 Gennaio 2013 fino al 12 Agosto 2014 [¹]. Chi è familiare con le serie britanniche e le apprezza come me, lo fa anche per la loro quasi totale assenza di scrupoli: a partire dalle fiction più adolescenziali, come Skins e Misfits, in cui è presentato l'universo giovanile senza peli sulla lingua, bensì colorito non solo di parolacce ma anche di alcohol, droghe e sbagli, fino ad arrivare a quelle più mature come Black Mirror, di cui è protagonista un futuro non troppo lontano e spaventoso, annunciato con toni cupi e pesanti. 
Bene, dimenticatevi i colori scuri come brutto presagio, perché Utopia è un thriller complottista tutt'altro che grigio, ma servito, invece, su una tavolozza di colori accesi, acidi e quasi plastici. La prima caratteristica di questa serie che salta all'occhio è senza ombra di dubbio la sua fotografia a dir poco unica. I colori forti, quasi accecanti, danno forma ad un teatrino complottista di cui sono protagonisti un gruppo di ragazzi provenienti da mondi e passati diversi, ma accumunati da un'unica passione: quella per il pamphlet "The Utopia Experiments", una graphic novel che raccoglie in sé apocalittici disegni dimostrando che abbia predetto tutti i più grandi complotti dell'ultimo secolo. 
E' proprio a questo punto che la vita dei giovani ragazzi (Becky, Ian, Wilson Wilson e Grant) cambierà drasticamente, in quanto si ritroveranno costretti a dover fuggire da pericolosi individui appartenenti ad un'organizzazione chiamata The Network, alla ricerca del manoscritto, e da una frase ricorrente quasi cantilenante: "Where is Jessica Hyde?". Così scopriranno - e noi assieme a loro - che Phillip Carvel era ben altro che un semplice illustratore. 
Un thriller psicotico e altamente saturizzato, accompagnato da una colonna sonora discordante e a tratti isterica, composta da Cristobal Tapia de Veer (aka Cristo) [¹]; caratterizzato da personaggi bizzarri e spietati, portati proprio agli estremi grazie alla coloratissima violenza che accompagna tutti gli eventi della serie. La storia si apre con molti punti interrogativi, che vi riempiranno di dubbi e che vi confonderanno fino a coinvolgervi nelle indagini dei personaggi verso la scoperta della verità, ottenuta ad un caro prezzo: l'impossibilità assoluta di tornare alla normalità. Anche il titolo, a questo punto, ci fa pensare che abbia un significato ambivalente: da una parte i complotti su cui la nostra parte razionale ci fa rimanere sempre un po' scettici, dall'altra l'utopia di una società ideale che ricorre in entrambe le stagioni, inseguita e bramata dai nostri antagonisti. 


La serie è composta da due stagioni per poi venire soppressa da Channel 4 con un tweet che enunciava che non ci sarebbe stata più una terza stagione [²]
Un peccato ma da un certo punti di vista anche un bene, perché in questo modo non ha mai rischiato di deludere gli spettatori scendendo nel banale, rischio che corrono tutte le produzioni riguardanti i complotti se le teorie, le fonti (presunte) e i chiarimenti non dovessero reggere. 


Concludo così la mia breve recensione, invitandovi vivamente alla visione di questo piccolo gioiello britannico, invitante sia per la storia intricata che sono riusciti a snodare alla perfezione, che per la maestria nella tecnica. L'Inghilterra sarà pure uscita dall'Unione Europea (ahimè), ma, sebbene presto diventerà difficile entrare nel paese, nulla ci vieta a poterci immergere nella realtà inglese grazie alle serie TV proposte. 

FONTI: [¹] - [²]
Foto: via Google. 

(c) Martisia aka Mars

sabato 11 giugno 2016

Somnia - Before I wake

Buongiorno a tutti!
Ahimè, è arrivato quel fantomatico periodo dell'anno in cui scompaio dal mondo virtuale per dedicarmi a pile di libri pronti a sommergermi fino a metà luglio, altro che l'acqua cristallina del mare. Questo periodo è ciò che viene chiamato “Sessione estiva”, conosciuto da noi studenti universitari come “prova di forza fisica e psicologica” in cui si viene esposti ad un duro allenamento fatto di ore piccole e ritmi stressanti. Durante le ore libere che mi rimangono, invece, mi dedico ai miei altri impegni e a riposarmi: il mio modo preferito per farlo è senz'altro leggere e guardare film o serie TV e chi è cinefilo come me sa bene che cosa vuol dire! Non mi ritengo assolutamente un'esperta ma, piuttosto, un'appassionata. Il potere evasivo dei libri, delle produzioni cinematografiche o di quelle televisive è unico.

Se siete arrivati fin qui senza cliccare sulla X o senza sbuffare, vi ringrazio moltissimo. Sebbene questo blog abbia ancora molta strada da fare, essendo ancora in evoluzione, ne sono davvero entusiasta. Ho sempre avuto problemi con la costanza ma, in questo caso, non ho mai avuto un ripensamento da quando ho deciso di aprirlo, perché il flusso di argomenti di cui parlo è coerente con ciò che amo. Come scritto qualche riga fa, vi ringrazio perché questa pagina è la mia nicchia virtuale, in cui mi sento libera di esprimermi e, in un certo modo, di sfogarmi quando ne sento il bisogno.

Dopo questa introduzione, passiamo al topic del post.
Oggi vorrei parlarvi di un film uscito recentemente che mi ha colpita moltissimo. Il titolo originale sarebbe “Before I Wake” ma è stato tradotto e quindi riconosciuto qui in Italia sotto il nome di “Somnia”. Il regista è Mike Flanagan, già conosciuto per film come Oculus e Ouija (i più recenti). E' un film nuovo, datato 2016, e catalogato sotto il genere horror. [¹]
La trama è la seguente: Mark Hobson e sua moglie, Jessie, dopo aver tragicamente perso Sean, il loro unico bambino, decidono di darsi una seconda possibilità e di adottarne uno bisognoso. Gli viene affidato Cody, un educatissimo bambino appassionatissimo di farfalle. La coppia e il bimbo cominciano a conoscersi e ad avvicinarsi sempre più l'uno all'altro quando, una notte, mentre Cody dorme, i due ancora svegli vedono comparire misteriosamente delle farfalle scoprendo, in questo modo, che i sogni del bambino diventano realtà. Questo "dono" raggiunge il suo apice durante una notte: avendo mostrato al piccolo un video di Natale del loro defunto figlio nel pomeriggio, la coppia osserva la stessa identica scena proiettarsi davanti a loro nel cuore della notte ed, ancora più increduli, riescono a toccare e a sentire l'ologramma del figlio perduto. La madre rimarrà completamente colpita da questa cosa e qui viviamo assieme a lei una breve e fragile parentesi di quanto è facile cedere alle fantasie perché la realtà è troppo dura. Il marito cerca in tutti i modi di farla tornare con i piedi per terra, ma invano, perché sua moglie, non avendo ancora superato quel terribile trauma, si tuffa a capofitto nei sogni di Cody, sperando ogni notte di rivedere suo figlio. Questo la porterà persino a compiere gesti estremi, come somministrargli sonniferi, pur di passare un po' di tempo con il ricordo tangibile di Sean, ancora una volta. Ma, logicamente, come i sogni del bimbo prendono forma, così i suoi incubi ed è qui che realmente comincia il film...


Il film è scorrevole e tiene molto sulle spine. Il finale lascia un po' a desiderare, sviluppato ingenuamente, ma nel complesso è stato davvero carino. Gioca sulle paure infantili e sugli incubi, ma anche sul delicato tema dell'evasione dalla realtà, del rifugiarsi in un mondo di fantasia quando vivere fa un po' male. E' stato classificato sotto il genere horror, ma personalmente non lo definirei tale, piuttosto un dark-fantasy che mi ha ricordato molto il mood di Guillermo Del Toro. Anche la colonna sonora influisce nel dargli un tocco onirico-fiabesco, composta da Danny Elfman & The Newton Brothers. [²] Somnia è stata davvero una piacevole scoperta, considerato il fatto che l'unico altro film che avevo visto di quel regista è stato Oculus che, da quel che ricordo, non è che mi abbia fatta impazzire particolarmente. Oltretutto, sono ufficialmente innamorata di Jacob Tremblay (attore che interpreta Cody) sia perché è meraviglioso con quegli occhioni da cerbiattino e quelle guanciotte tutte da mangiare, ma anche perché è un attore in erba davvero promettente che avevo già avuto modo di vedere nel commovente Room, dimostrando già alla sua tenera età di avere maestria nell'interpretare ruoli complessi, con problematiche che rendono il loro carattere tenebroso e pieno di sfumature.

 (scena di Room. Immagine presa da Google)

Avevo trovato questo film casualmente, colpita dalla trama e dalla valutazione positiva del pubblico e adesso anche io mi sento di consigliarvelo vivamente!


FONTI: [¹][²]
Foto: via Google.

(c) Martisia aka Mars